Carlo e Licia

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sabato 20 aprile 2024

Giuseppe Parini

Per illustrare la personalità di Giuseppe Parini (1729-1799) riporto due caute pagine di Benedetto Croce (da Conversazioni critiche, serie terza, pp. 314-315, 1932) e il capitolo che Francesco Flora dedica al poeta lombardo nella sua celebre Storia della letteratura italiana (vol. III, pp. 973-984). Certo Parini non è all'altezza di Ugo Foscolo o di Giacomo Leopardi, però per me egli eticamente è esemplare interprete del suo secolo per coerenza e per lo scrupolo di chi è consapevole di essere punto di riferimento di quell'umanità colta che dalla adesione alla “rivoluzione” illuminista si affida ai conseguenti principi della “rivoluzione” socio-politica francese del 1789.

Voglio, però, chiarire che l'intento principale di questo post consiste nel racconto di un aneddoto su Parini, ricordato in famiglia da Carlo L. Ragghianti, che lo aveva probabilmente recepito da Enzo Carli o comunque nell'ambiente universitario pisano degli anni 1929-1932.

Riproduco anche una modesta documentazione visiva di ritratti del poeta, dell'abitazione dove nacque e di quella dove visse a Milano; poi un'allegoria della Fama che incorona Parini – disegnata da Luigi Sabatelli (1772-1850) – concludono il breve excursus su questo illustre precursore degli ideali del Risorgimento italiano.




Più che un piacere mi pare un dovere ricordare che, come accennato, questo aneddoto tanto divertiva mio padre da rievocarlo sovente, quando le circostanze, sia pur alla lontana, ne giustificavano il racconto.

Quando Parini, aio privato del privato giovincello nobiliare Serbelloni, finite le lezioni tornava a casa, incontrava spesso una fila ipocritamente compunta e disciplinata di seminaristi. Costoro in coro salutavano ostentatamente l'Abate Parini, il quale togliendosi platealmente il cappello con voce tonante ricambiava il saluto con: “Giovanotti! ...Buchi rotti!”.

Presto la cosa fu riferita all'Arcivescovo di Milano, il quale fece ufficialmente rimproverare Parini ingiungendogli di cessare di ingiurare i seminaristi.

Accadde così che, edotti della reprimenda, quando gli zelanti futuri sacerdoti incrociarono di nuovo il poeta, con fare untuoso ed ironico lo salutarono come di consueto. E come di consueto Parini si tolse il cappello senza proferire parola. Allora sghignazzando i seminaristi aggiunsero: “Abate! E la rima?”. Con tono sostenuto Parini rispose imperterrito: “Come prima!”.

F.R. (27 febbraio 2024)






martedì 16 aprile 2024

Erri pittori – John Constable – N.A. Dezède – Edith Cavell – Alfredo Righi – Mario Novi – C.L. Ragghianti “pro bono”, 1 – Politica e cultura – Arte e vita pratica – Né putiniano, né NATOamericano.




  1. Sul problema degli Erri, 1939.

  2. John Constable: Pensées d'un paysaggiste (inizi sec. XIX).

  3. Nicolas-Alexandre Dezède compositore (c. 1740-1798).

  4. Edith Cavell (1865-1915).

  5. Alfredo Righi ritratto da Nino Tirinnanzi.

  6. Mario Novi: Finalità della Mostra Arte Moderna in Italia 1915-1935 (1967).

  7. C.L. Ragghianti “pro bono”, 1: per C. Mater (1954); per M. Marangoni (1956-57); per il Museo della Scienza di Firenze (1966); da S. Timpanaro per famiglia Moschella (1971).

  8. C.L. Ragghianti - Politica e cultura: alcune riflessioni (1975).

  9. C.L.R. a Tombari su Arte, vita pratica e politica.

  10. F. Ragghianti: Né putiniano, né NATOamericano (2022).


1. Si tratta di uno dei densi contributi filologici e metodologici che C.L. Ragghianti scrisse nella prima serie di “La Critica d'Arte”, precisamente nella rubrica “Notizie e letture”

(IV anno, n.1, fasc. XIX, gen.-mar. 1939). Ad esso allego dalla fototeca alcune altre immagini dei dipinti di questa famiglia di pittori della seconda metà del XV secolo.

giovedì 11 aprile 2024

Policleto.

Sommario


  • Licia Collobi Ragghianti: Policleto. Da “SeleArte”, n.71, sett.-ott. 1964, pp.57-69. Recensione al volume (1964) di Paolo Enrico Arias; copertina del libro; biografia di P.E. Arias. Fonti: Cronologia e caratteri stilistici (pp.41-45); Elenco dei testi; Bibliografia (pp.121-125); Indice generale.
  • Giorgio Bejor: Sul “canone” di Policleto. Da “Critica d'Arte”, n.108, dic. 1969, pp. 3-6.
  • Paolo Enrico Arias: Le teorie policletee sul “canone” (pp.45-48).
  • Policleto: 12 tavole a colori; 26 tavole in bianco e nero.

Come si evince dal soprastante “Sommario”, di questo fondamentale scultore, che dal V secolo a.C. è considerato ai massimi livelli della statuaria, riproponiamo quanto pubblicato sulle riviste dei coniugi Ragghianti, specialisti anche in materie archeologiche, come s'è visto, ad es., nei post sul Museo Nazionale di Atene (24 agosto; 1 ottobre; 14 novembre; 14 dicembre 2023; 27 gennaio 2024).

La monografia (1964) di Paolo Enrico Arias (1907-1998), tuttora fondamentale negli studi, fu pubblicata (e recensita da Licia Collobi Ragghianti) dalle Edizioni del Club del Libro, successivamente ma conformemente a quella precedente dall'editore Barbèra.

Arias, collega ed amico di Carlo L. Ragghianti nell'insegnamento presso l'Università e pressso la Scuola Normale Superiore di Pisa, fu stimato tanto da essere incaricato della stesura del primo volume della “Storia dell'Arte in Italia” dell'editore Casini di Roma, concepita e diretta da Carlo L. Ragghianti. Dell'iniziativa si riuscì a pubbliare soltanto il 2° e 3° volume (Medioevo e secoli XIII-XIV). Gli altri 8 libri – tre dei quali praticamente pronti per la stampa – ed essa fallì soprattutto per l'incapacità dell'editore di sostenere economicamente il progetto, 

molto impegnativo, e nel mantenere i rapporti ed assicurazioni con gli autori dei testi. 

Sempre dal libro di Arias, anche per sottolineare l'alto livello storiografico e filologico, sono tratte le illustrazioni, la “Bibliografia”, “Cronologia e caratteri stilistici”. Dell'antologia della critica proporremo un post apposito con tutte le testimonianze degli storici e degli archeologi più rappresentativi a partire da Winckhelmann selezionati da P.E. Arias.

La seconda parte di questo post verte sull'intervento di Giorgio Bejor Sul “canone” di Policleto, saggio che C.L. Ragghianti volle pubblicare, ritenendolo di particolare interesse ed originalità, su “Critica d'Arte” (n.108, 1969), scritto quando l'autore era ancora allievo della Scuola Normale di Pisa.

Laureato nella città della Torre pendente, e diplomato alla Scuola Normale nello stesso anno 1971, Giorgio Bejor ha svolto una carriera accademica prestigiosa fino al massimo grado dell'Ordinariato, scrivendo numerose e qualificate pubblicazioni scientifiche.

F.R. (25 febbraio 2024)


sabato 6 aprile 2024

Una lotta nel suo corso, 8 - Recensioni.

Post precedenti:
3 dicembre 2018 – 1. Introduzione; Prefazione; Nota Editoriale; Lotta nel suo corso, pp.3-66.
8 gennaio 2019 – Intermezzo prima parte, pp.67-126.
3 marzo 2019 – Intermezzo seconda parte, pp.127-192.
3 aprile 2019 – Intermezzo terza parte, pp.192-265.
3 maggio 2019 – Appendice I - Fatti e documenti, pp. 267-318.
3 settembre 2019 - Appendice II – Persone, pp.319-356
14 marzo 2024 - Corrispondenze



Il secondo post documentario è dedicato alle recensioni scritte sul libro, ovviamente soltanto (come già detto) quelle reperite. Una parte è andata persa con le vicende del materiale archivistico e librario (ad es. il centinaio di copie di Una lotta che era conservato negli sgabuzzini de "La Strozzina" in palazzo Strozzi). Con l'alluvione del 4 novembre 1966 la sede espositiva andò distrutta essendo nell'ipogeo del palazzo; la Segreteria e l'archivio no, perché collocati al 2° piano.

La proprietà di Palazzo Strozzi era stata affidata dal Comune all'Azienda Autonoma del Turismo, ente totalmente politicizzato, che non volle ancora nel 1978 recuperare gli ambienti alluvionati. Così, dopo lo scioglimento de "La Strozzina" 1947-1966, sotituito da una docile "Nuova Strozzina", il patrimonio della Galleria fu disperso: in gran parte fu consegnato all'Università Internazionale dell'Arte (U.I.A.), dove fu accolto – salvo i mobili – dal personale con stizza. Tanto che di fatto la documentazione fu destinata al macero all'insaputa del Direttore Carlo L. Ragghianti. Io ne fui informato da un usciere che conosceva la mia collaborazione pro bono all'Ente. Ero disoccupato per la prima volta, perciò mi fiondai all'U.I.A. di Villa Tornabuoni dove, con sollievo della burocrazia, salvai tutto ciò che attualmente si trova nell'Archivio della Fondazione Ragghianti di Lucca e nel mio. Non avendo spazi disponibili a sufficienza negli ambienti adibiti a La Costa per i residui degli Uffici di mio padre, dovetti lasciare all'U.I.A. la quasi totalità delle carte amministrative. Quelle prese da me in carico nell'ex casa colonica in parte furono distrutte dallo scoppio di alcuni tubi in seguito alle gelate eccezionali del 1984 (se ben ricordo l'anno).

Quando lavoravo all'Ufficio Editoriale dell'U.I.A., aiutando in emergenza il factotum nel casuale sopralluogo nelle ampie soffitte di Villa il Ventaglio, intravidi i grandi album costruiti dagli uscieri di Palazzo Strozzi per conservare le recensioni e le segnalazioni delle mostre della Galleria "La Strozzina". Questa fuggevole impressione fu poi suffragata quando nell'utile volume Mostre permanenti. Carlo L. Ragghianti in un secolo di esposizioni accertai che buona parte delle schede del libro (edito dalla Fondazione Ragghianti nel 2018) erano basate su quegli "album" de "La Strozzina".

Capii così che la burocrazia UIA mi aveva nascosto l'esistenza fin dal 1980 di buona parte del lascito della accurata gestione Lo Vullo.

Resta il sospetto che molte delle lettere autografe amministrative e tante carte (come la gestione SIAE) siano andate distrutte nel 1980 perché il venerdì pomeriggio furono accantonate sotto la tettoia del cortile di Villa Tornabuoni e il lunedì mattina erano scomparse.

Gli autori delle sette recensioni che sono state radunate sono tutti storici di rilievo e pensatori democratici resistenti contro il nazifascismo e contro le sirene della sinistra allora sovietizzante. Alcuni sono cattolici di stampo laico. Così come con i nominativi dei "corrispondenti" del post precedente (vedi post del 14 marzo 2024), anche Renato Carli Bollola (1904-1963; giornalista, patriota a Milano, dirigente socialista); Raffaello Franchini (1920-1990, filosofo, molto legato a C.L.R.); Giorgio Vaccarino (1916-2010, storico e archivista, segretario del C.N.L. di Torino); Ettore Passerin d'Entrèves (1914-1990, storico prof. universitario, partigiano); Mario Bendiscioli (1903-1998, storico e filosofo, patriota cattolico più volte arrestato); Nino Valeri (1897-1978, storico, prof. universitario, massone); Gianni Merlini (1929-1999, esponente europeista con Spinelli, dirigente editoriale e presidente Compagnia di S. Paolo), sono personalità di cui su internet si trovano elementi biografici ecc., soddisfacenti.

Dopo le recensioni sono postati elenchi manoscritti di C.L.R. circa la situazione recensoria del libro; un elenco del 7.5.1981 con omaggi del libro. Si veda in proposito nella lettera del 1981 ad Alberto Predieri, pubblicata nel citato post precedente n.7, il motivo di questi omaggi: una nuova edizione di Una lotta. Il progetto di R. non ebbe esito anche perché, penso con rammarico (per altro suffragato) che Predieri – dopo una lunga carriera di successi nel mondo del potere economico e politico – non fosse più l'uomo con gli ideali professati nel 1943-46.

Infine ci sono le tre pagine con l'elenco di chi (persone ed Enti) al 20 ottobre 1954 aveva prenotato una copia del libro.

Conclude la seconda parte del post il resoconto della cerimonia della presentazione del libro al Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, avvenuta al Quirinale il 24 giugno 1954. Le fotografie si riferiscono al proseguimento in un caffè dell'incontro dove i convenuti (coniugi Ragghianti, S. Contini Bonacossi, Ferruccio Parri, Ugo La Malfa, Riccardo Bauer, Leo Valiani e l'editore Neri Pozza) commentarono l'amichevole cerimonia che aveva visto protagonista il libro.

F.R. (16 febbraio 2024)